lunedì 1 dicembre 2008

Oceano: corpo e mente

Una palestra sull'oceano.
Ecco una cosa che non potrei mai avere in città.

La nostra non è molto grande ma ha tutto l'occorrente.
3 tapis-roulant, 2 ciclettes e 4 macchine per esercizi muscolari diversi.
(da questa sommaria descrizione risulta evidente che di palestre non ci capisco niente).

Soprattutto però ha un bella vetrata vista oceano che rischiara gli occhi e lo spirito.
Da qualche giorno la frequento saltando la consueta pausa pranzo, il che mi fa sentire meno appesantito e decisamente più sveglio nelle ore successive.
Lo faccio più per riattivare un metabolismo prossimo alla pensione che per le poche calorie perse.

Non mi ci ammazzo comunque.
In primo luogo perchè sono contrario per principio ad ogni forma di sofferenza, in particolare quelle che riguardano me stesso.
Al contrario credo fermamente che il corpo debba essere fonte di piacere piuttosto che di dolore.

Infine ritengo che l'uomo sia stato messo sulla terra per godersi la vita.
Tutto questo pippone pseudofilosofico per dire che alla fine dei conti mi faccio una 30 di minuti di corsa a velocità medio-bassa (6 km/h in media), più una 20 di minuti di muscolaggi vari con carico miserrimo (tipo 25 kg o giù di li), stratching veloce prima e dopo.
E tanto mi basta (e mi avanza pure).

Il comandante invece si spara di fianco a me i suoi 45 minuti di corsa velocissima.
Senza requie.
E daltra parte lui è il comandante !!!
Mica può andare più piano di un allievo marconista.
Perdindirindina !!!!!

Ma il momento più gratificante in assoluto, quello in cui mi sento veramente in pace con me stesso, è quando - passata la palestra, la sauna, e la superdoccia - mi vado a sedere insieme ai crocieristi sulle sedie supercomode del ponte 11 a prua, oppure in discoteca (vuota) al ponte 14.
Davanti al mare.

Vado li con il mio libro del momento, annuso quest'aria già calda dei Tropici.
E leggo, leggo e leggo, nella pace più totale.
Ogni tanto alzo lo sguardo al mare, come si da una carezza ad una persona cara che è li vicino.
Ed il mare mi rimanda quel senso di pace che mi è mancato per troppo tempo sulla terra ferma.

Il primo Dicembre è dunque una giornata luminosa nel senso più autentico del termine.
Sulla sfera terrestre siamo solo un minuscolo puntino in posizione 12 e 46 SUD, 30 e 31 Ovest.
Ce ne andiamo per 233.
Con la grazia del mare.


Atlantic Rally for Cruisers (troppo bello!)

In sintesi ARC.
Una regata per non professionisti che ormai da 23 anni porta equipaggi ed imbarcazioni di ogni dimensione ad attraversare l'Atlantico proprio in questo periodo.

La numerosa flotta, che conta quest'anno ben 211 imbarcazioni, ha lasciato l'isola di Gran Canaria domenica 23 novembre, spezzandosi subito in due tronconi.
Una parte dei velisti ha scelto l'opzione Nord, mentre un altra si è spinta più a sud arrivando persino ad incrociare la nostra nave, che segue rotte molto più meridionali.

Io personalmente ne ho seguiti un paio nel poco tempo libero a disposizione.
Speravo di incrociare qualcun'altro ma ormai siamo troppo a sud.

L'ultima lettura la gps ci da la seguente posizione: 12 e 46' N 30 e 31' W
La flotta dei velisti purtroppo rimane più a nord.

Quest’anno la barca più piccola è “Madonna” un First 31.7 (9,85 m) con bandiera norvegese... !!!!!
Novemetri e ottantacinque ...Sò troppo forti sti norvegesi.

Comunque ho inserito l'ARC tra le cose che devo fare assolutamente prima o poi.
E di solito le cose che voglio fare prima o poi le faccio.

Per maggiori informazioni ecco il link al sito dell'ARC dove è possibile tenere d'occhio le barchine.
http://www.worldcruising.com/arc/index.aspx

domenica 30 novembre 2008

Mindelo cotta e mangiata

Mindelo è una delle isole dell'arcipelago di Capo Verde.
A dispetto del nome è meno verde di quanto ci si aspetti.
La prima cosa che senti respirando l'aria che il vento porta da terra, è un forte odore di Africa.
Quel sapore di cuoio bagnato e legno secco che mi ricorda il Cameroun di quando avevo 5 anni.
Canna da zucchero e sudore.
Un odore caldo.
Accogliente.
Case sparse e un po diroccate, danno l'idea di un luogo molto povero, e viene da chiedersi a quale commercio siano destinati i container che la nave della Maersk appena arrivata scarica a tutta forza.

I moli del porto vedono affiancate vecchie carrette del mare.
Ammassi di ruggine galleggianti con nomi tipo "Cabo San Vincente", "Milva", "Mininha".
Io queste carrette decrepite le adoro.
Forse perchè mi ricordano la prima nave visitata a Douoala, Cameroun.
Molti, molti anni fa.
Una nave italiana di armatori napoletani.
La "Filomena Lembo".
E ancora associo questi pezzi di ferro derelitti ad una cena con l'equipaggio italiano sotto la luce fioca delle poche lampadine della saletta, con gli italiani di bordo intorno a noi.
Uno spaghetto alla carbonara cucinato molto bene, che per mè è rimasto il migliore.
A 35 anni di distanza da quell'evento, ho ancora tutto impresso nella memoria.
Carretta del mare, un pezzo di casa appena al di sotto della linea d'equatore.

Qui siamo più a nord, Latitudine 016N Longitudine 024W.
La cosa più bella di questi luoghi, a meno che non ci si innamori di qualcuno, è sicuramente la luce.
Cambia continuamente.
Ed ora che il sole comincia a calare, svela nuovi particolari che prima non potevi vedere.

Il colore rosso delle pareti di roccia altissime sullo sfondo del mare.
L'azzurro, l'arancio e il giallo di molte case.
Dettagli intensi e piacevoli come caramelle al miele.
E poi la quantità di barche a vela attrezzate per la navigazione d'altura.

Mi ci perderei se non avessi che mezzora scarsa da dedicare a queste riflessioni da poeti nullafacenti.

Perchè nel mondo folle delle navi commerciali, ed ancora di più per quelle da crociera, è un susseguirsi continuo, incessante, di rotture di coglioni.
Perchè quando tutto sembra volgere al meglio e tu sei già con un piede sulla terra ferma ed uno sulla scala ...ti chiamano al telefono per dirti che devi salire al ponte più alto per resettare l'antenna del satellite che non funziona più.

E mentre sali, trovi sicuro due o tre che ti chiedono come mai il loro pc sia così lento.
Sali sul ponte più alto solo per premere un fottuto pulsante.
E pensi "ok, adesso posso andare, in fin dei conti è il mio orario di riposo questo no?"
No.
Perchè nel frattempo si è scoperto che misteriosamente gli elettroliti delle batteria di certi apparati molto importanti per la navigazione ...si sono esauriti !
Così, all'improvviso.
Ed anche tu, nonostante la bellezza che c'è intorno a l'aria profumata, e tutte le altre seghe mentali che però fanno tanto bene allo spirito...ti senti in cuor tuo un po esaurito.

Sei li per dire "ok, adesso sbarco e li mando tutti a fare in culo".
Ma non puoi, perchè c'è l'esercitazione antincendio, e tu devi esserci.
E manco a farlo apposta mentre corri trafelato verso il ponte allacciandoti il giubbotto di salvataggio e pensando che forse in questo posto non ci passerai mai più, becchi una tipa che ti ferma solo per dirti "scusa, quella scatoletta nera che
collego al pc, come si chiama ...alimentatore, ecco, quella ha il cavo che mi sembra un po rotto, dici che è un problema?".
Non dici nulla perchè non ci sono parole che possano esprimere davvero il tuo stato d'animo.
La guardi intensamente e lei capisce e rimane basita, perchè nei tuoi occhi c'è una scritta a caratteri cubitali.
C'è scritto "MA VAI A FARE IN CULO !!"

Un manicomio.
Ed è Una cosa che non si direbbe a guardare queste belle navi andare spedite e luminose a miglia e miglia dalla terra ferma.
Credo dipenda dal fatto che noi uomini siamo intrinsecamente stupidi.
Ed un modo per rovinarci la vita siamo sempre in grado di trovarlo.
Anche in alto mare.
Quando poi ci sono di mezzo i profitti di una società, la rovina è garantita per tutti, perchè davanti ai profitti non c'è tramonto o forma di bellezza che tenga.

Il profitto è il cancro prima del cancro, una forma di rovina del genere umano molto più antica delle recenti malattie.
E' qualcosa che fa sentire belle le signore ed importanti gli uomini, ma solo alcuni.
Gli altri devono sentirsi delle merde perchè altrimenti la differenza di stato non si noterebbe.

Così mentre ci stacchiamo dalla banchina di Mindelo, Capo verde, ora che il sole ha lasciato dietro di se solo una luce molto fioca, penso che aveva ragione il vecchio Moitessier a navigare per conto suo il più possibile e lasciare la tribù umana a
miglia di distanza per buona parte dell'anno.
Sapeva bene quel vecchio marinaio, che è molto meglio un gabbiano per compagno, che la maggior parte degli esseri umani.

Mindelo (Cabo Verde)



venerdì 28 novembre 2008

Al traverso di Fuerteventura



...e anche questa la vediamo si e no con il binocolo.

Se questi fottuti computerstampantiradiobeepers non si rimettono tutti alla via,
la nostra ToDo List rimarrà sempre inesorabilmente lunga.

Come la lista dei santi che tiriamo già ogni minuto e quarto d'ora nella piccola stazione radio invasa di pezzi di ricambio.

Per non parlare della cella GSM TIM che ci spara il segnale a tutta forza dritto dentro il cranio.
Fa il paio con il wifi e se non crepiamo di radiazioni ci penserà l'altissimo per eccesso di bestemmia.

Canarias Te salutamos ...ccitua.

mercoledì 26 novembre 2008

Il Comandante Informa

"Dopo la partenza ci attende il passaggio nello stretto di Gibilterra, largo appena 5 miglia, che separa L'Europa dall'Africa.

Nonostante la notte, potenti riflettori illumineranno la baia di Gibilterra, visibile sulla nostra dritta, mentre sulla nostra sinistra costeggeremo le coste del Marocco.
La nave seguirà lo schema di separazione del traffico, al quale tutte le navi in transito devono attenersi per disciplinare l'alta concentrazione del traffico.

Una volta passata Isla De Tarifa ed entrati nell'Oceano Atlantico, assumeremo rotte SSW costeggiando le coste del Marocco alla volta di Mindelo"

Bella Malaga

...Si se putesse Verè !!!

A parte il fatto che piove a dirotto da questa mattina e fuori non si vede un tubo.
Siamo sempre oberati di lavoro e di gente che chiama, vuoi perchè non si riesce a telefonare, vuoi per le tante amenità varie dell'informatica di bordo.

In sintesi della bella città spagnola non vedremo nulla.
Mi sono affacciato un attimo sul ponte, giusto per vedere una fila di palazzi con alte montagne sullo sfondo.
Tipo Formia.

Per il resto zero totale.
Speriamo nelle basse latitudini di Capo verde per un presente più interessante.

Taglio di capelli dal barbiere brasiliano simpatico.
Ne approfitto per fare 4 chiacchiere con lui e Niki del Beauty.
Mi rinfranca parlare ogni tanto con qualcuno di simpatico, su questa cazzo di nave di musoni.

Il ruolo di allievo è difficile da sopportare alla mia età.

Ci vuole l'incoscienza dei 20 anni per mandare giù certi bocconi amari da gente che pensa di avere potere solo perchè ha qualche grado sulla spalletta.
E si potrebbe accettare di buon grado se fossero 'anziani'.
Spesso sono ragazzini.

Alla Via così (nella buona e nella cattiva sorte)