domenica 30 novembre 2008

Mindelo cotta e mangiata

Mindelo è una delle isole dell'arcipelago di Capo Verde.
A dispetto del nome è meno verde di quanto ci si aspetti.
La prima cosa che senti respirando l'aria che il vento porta da terra, è un forte odore di Africa.
Quel sapore di cuoio bagnato e legno secco che mi ricorda il Cameroun di quando avevo 5 anni.
Canna da zucchero e sudore.
Un odore caldo.
Accogliente.
Case sparse e un po diroccate, danno l'idea di un luogo molto povero, e viene da chiedersi a quale commercio siano destinati i container che la nave della Maersk appena arrivata scarica a tutta forza.

I moli del porto vedono affiancate vecchie carrette del mare.
Ammassi di ruggine galleggianti con nomi tipo "Cabo San Vincente", "Milva", "Mininha".
Io queste carrette decrepite le adoro.
Forse perchè mi ricordano la prima nave visitata a Douoala, Cameroun.
Molti, molti anni fa.
Una nave italiana di armatori napoletani.
La "Filomena Lembo".
E ancora associo questi pezzi di ferro derelitti ad una cena con l'equipaggio italiano sotto la luce fioca delle poche lampadine della saletta, con gli italiani di bordo intorno a noi.
Uno spaghetto alla carbonara cucinato molto bene, che per mè è rimasto il migliore.
A 35 anni di distanza da quell'evento, ho ancora tutto impresso nella memoria.
Carretta del mare, un pezzo di casa appena al di sotto della linea d'equatore.

Qui siamo più a nord, Latitudine 016N Longitudine 024W.
La cosa più bella di questi luoghi, a meno che non ci si innamori di qualcuno, è sicuramente la luce.
Cambia continuamente.
Ed ora che il sole comincia a calare, svela nuovi particolari che prima non potevi vedere.

Il colore rosso delle pareti di roccia altissime sullo sfondo del mare.
L'azzurro, l'arancio e il giallo di molte case.
Dettagli intensi e piacevoli come caramelle al miele.
E poi la quantità di barche a vela attrezzate per la navigazione d'altura.

Mi ci perderei se non avessi che mezzora scarsa da dedicare a queste riflessioni da poeti nullafacenti.

Perchè nel mondo folle delle navi commerciali, ed ancora di più per quelle da crociera, è un susseguirsi continuo, incessante, di rotture di coglioni.
Perchè quando tutto sembra volgere al meglio e tu sei già con un piede sulla terra ferma ed uno sulla scala ...ti chiamano al telefono per dirti che devi salire al ponte più alto per resettare l'antenna del satellite che non funziona più.

E mentre sali, trovi sicuro due o tre che ti chiedono come mai il loro pc sia così lento.
Sali sul ponte più alto solo per premere un fottuto pulsante.
E pensi "ok, adesso posso andare, in fin dei conti è il mio orario di riposo questo no?"
No.
Perchè nel frattempo si è scoperto che misteriosamente gli elettroliti delle batteria di certi apparati molto importanti per la navigazione ...si sono esauriti !
Così, all'improvviso.
Ed anche tu, nonostante la bellezza che c'è intorno a l'aria profumata, e tutte le altre seghe mentali che però fanno tanto bene allo spirito...ti senti in cuor tuo un po esaurito.

Sei li per dire "ok, adesso sbarco e li mando tutti a fare in culo".
Ma non puoi, perchè c'è l'esercitazione antincendio, e tu devi esserci.
E manco a farlo apposta mentre corri trafelato verso il ponte allacciandoti il giubbotto di salvataggio e pensando che forse in questo posto non ci passerai mai più, becchi una tipa che ti ferma solo per dirti "scusa, quella scatoletta nera che
collego al pc, come si chiama ...alimentatore, ecco, quella ha il cavo che mi sembra un po rotto, dici che è un problema?".
Non dici nulla perchè non ci sono parole che possano esprimere davvero il tuo stato d'animo.
La guardi intensamente e lei capisce e rimane basita, perchè nei tuoi occhi c'è una scritta a caratteri cubitali.
C'è scritto "MA VAI A FARE IN CULO !!"

Un manicomio.
Ed è Una cosa che non si direbbe a guardare queste belle navi andare spedite e luminose a miglia e miglia dalla terra ferma.
Credo dipenda dal fatto che noi uomini siamo intrinsecamente stupidi.
Ed un modo per rovinarci la vita siamo sempre in grado di trovarlo.
Anche in alto mare.
Quando poi ci sono di mezzo i profitti di una società, la rovina è garantita per tutti, perchè davanti ai profitti non c'è tramonto o forma di bellezza che tenga.

Il profitto è il cancro prima del cancro, una forma di rovina del genere umano molto più antica delle recenti malattie.
E' qualcosa che fa sentire belle le signore ed importanti gli uomini, ma solo alcuni.
Gli altri devono sentirsi delle merde perchè altrimenti la differenza di stato non si noterebbe.

Così mentre ci stacchiamo dalla banchina di Mindelo, Capo verde, ora che il sole ha lasciato dietro di se solo una luce molto fioca, penso che aveva ragione il vecchio Moitessier a navigare per conto suo il più possibile e lasciare la tribù umana a
miglia di distanza per buona parte dell'anno.
Sapeva bene quel vecchio marinaio, che è molto meglio un gabbiano per compagno, che la maggior parte degli esseri umani.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mamma mia,già ti sei rotto? A proposito a Capo Verde c'è una signorina che lavorava a via Tasso, vuoi vedere se si ricorda di me? E poi se noti un catamarano con un uomo solo a bordo,dovrebbe essere l'ex cantante Antoine che ora campa facendo filmati in giro per il mondo: chiedigli se ti puoi imbarcare con lui.Siamo uomini o caporali? Nella nostra vita ci sarà sempre un caporale, tranne se non decidi di fare l'eremita. Toto

VincEnzo ha detto...

Caro Luca,
Ti vorrei ricordare che tutti i posti in cui si lavora sono un vero manicomio. Compreso la Telecom, compreso la Shell, compreso il ristorante O-Pazzo a Rotterdam, dove un cameriere italiano di recente mi ha detto con accento veneto: "qua sono tutti fuori di testa".
Quindi mettiti l'anima in pace e giocati 5 numeri alla lotteria e vinci, unico metodo per comprarci sto 70 piedi e girovagare per il mondo alla ricerca di amici. Si, perche' io sto proprio leggendo "Un Vagabondo dei Mari del Sud" di Moitessier, e se e' vero che gli piaceva veleggiare da solo, e' anche vero che la cosa piu' bella che descrive sono gli amici che trovava a terra, una volta ormeggiato in porto il suo Marie-Thérèse II. Guarda che viaggio che si e' fatto con quella barchetta.
http://commons.wikimedia.org/wiki/Image:Moitessier_Voyage_Marie-Th%C3%A9r%C3%A8se_II_1955-1958_map-fr.svg

Tu scrivi molto meglio di lui, e i tuoi racconti e sentimenti impressi nei testi del tuo blog sono preziosi per chi non e' mai stato in quei posti.

Ti ricordo inoltre i discorsi fatti mille volte, sulla vela. "Quando sei a terra, non vedi l'ora di partire, quando sei in mare, non vedi l'ora di arrivare in porto".

A meno che non fai naufragio, come Moitessier. Perche' sei solo a navigare (doveva pur dormire).

Ma tu non sei solo, guarda che io ti seguo sul marinetraffic tracking system, sei sotto osservazione Allievo! :)

A proposito, qual'e' il sistema di comunicazione via satellite che usate? Iridium? Qui puoi trovare la posizione in tempo reale dei satelliti che ti passano sopra la testa: http://www.n2yo.com/?k=15

E magari, chissa', in una notte di stelle, vederne uno che ti passa sopra la testa, portandoti questo messaggio.

Lucariè ha detto...

Ma no, non mi sono rotto.
Però il blog è utile anche per condividere i dubbi ed i momenti negativi, oltre alle cose belle.

Poi come tutte le cose ci sono alti e bassi.
Oggi per esempio è una bellissima giornata, ho fatto palestra e bagno turco e sto cominciando la mia guida del Brsaile.

Potrei dirmi felice ....temporaneamente felice.

:-)

Un abbraccio.